Le migliori citazioni dell’interista Peppino Prisco

L’avvocato Giuseppe Prisco (pseudonimo Peppino Prisco) è stato una della figure più importanti e riconosciute nella storia dell’Inter. Nacque a Milano il 10 dicembre 1921 ed è morto sempre a Milano il 12 dicembre 2001. Dirigente ed ex vicepresidente dell’Inter per quasi quarant’anni, praticamente fino alla sua morte. Nel corso di una vita vissuta con una passione sconfinata per i colori nerazzurri l’avvocato Prisco è diventato celebre per le sue battute, i suoi aforismi e, soprattutto, le sue frecciate verso le rivali storiche della sua squadra del cuore, Milan e Juventus su tutte. Con la sua impareggiabile ironia è entrato nel cuore di tutti gli interisti, ancora oggi i tifosi lo ricordano con tanto affetto.

Peppino Prisco


LE MITICHE BATTUTE DELL’AVVOCATO PEPPINO PRISCO

Prima di morire mi faccio la tessera del Milan, così sparisce uno di loro.

Dopo aver stretto la mano a un milanista corro a lavarmela. Dopo averla stretta ad uno juventino, mi conto le dita.

A Milano ci sono due squadre: l’Inter e la primavera dell’Inter.

La Juventus è come una malattia che uno si trascina dall’infanzia. Alla lunga ci si rassegna.

Il Milan in B. E per ben due volte: una… a pagamento e una… gratis. Sono dell’idea che una retrocessione cancelli almeno cinque scudetti conquistati e che la vittoria di una Mitropa Cup elimini i residui.

Tutti i miei figli sono interisti. Una volta mi hanno chiesto se mio figlio Luigi avesse tifato per il Milan. Ho risposto: ‘Lui ha gli occhi azzurri ed è chiaro di capelli, mentre io ero scuro e ho gli occhi neri. Se Luigi avesse tifato Milan, avrei chiesto la prova del sangue. Perché a quel punto non mi sarei fidato neanche di mia moglie.

Io sono contro ogni forma di razzismo, ma mia figlia in sposa a un giocatore del Milan non la darei mai.

I tifosi interisti non si preoccupino, dopo tanti anni in questa società posso affermare che la serie B non è nel nostro codice genetico.

Lo 0-6 nel derby? Non ricordo. E poi i giornalisti ne inventano sempre tante.

Il decennio di vittorie milaniste? Stranamente, mi ricordo solo le partite che hanno perso.

Il Milan? Ho forti timori che quest’anno rimarrà in Serie A.

Il mio sogno? L’Inter batte la Juve a tempo scaduto con un gol segnato in fuorigioco o con la mano. Meglio se in fuorigioco e con la mano.

La formazione ideale di tutti i tempi? Zenga, Burgnich, Facchetti, Guarneri, Picchi, Bedin, Frione, Matthäus, Mazzola, Suarez e Corso. Non ho incluso Meazza, il più grande di tutti, e Ronaldo, perché li considero fuori concorso. Una gioia per gli occhi.

L’errore più grande dell’Inter. Cedere Roberto Carlos e non comprare Platini: era già nostro.

Ci vorrebbe qualche supposta di pepe di cayenna per rivitalizzare qualcuno dei nostri giocatori.

A Torino voglio un arbitro daltonico.

(Alla domanda: «Chi tiferà questa sera tra Juventus e Ajax?») Purtroppo ho una nonna di Amsterdam.

Il Genoa non vuol più incontrare l’Inter a San Siro? Che vada in serie B!

Certe volte la gente per strada mi chiede di non parlare solo contro il Milan, ma anche contro la Juventus. E rispondo: «Ben volentieri, ma quando c’è l’occasione. Non posso dire ‘porca Juventus’: sarebbe una cretinata inutile.

(Sul contatto Iuliano-Ronaldo in Juventus-Inter 1-0 del 26 aprile 1998) Il rigore dello juventino su Ronie? Non è furto. Quando c’è la Juve è sempre ricettazione. Gli juventini a volte confessano i furti ma mai la refurtiva.

I festini a luci rosse dei giocatori dell’Inter? Non ne so niente, quando escono non mi chiamano mai.

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